E’ nata una nuova regata, la Globe40, la reinvenzione francese della Global Ocean Race. Competizione alla quale ho partecipato nel 2011/2012 arrivando secondo. Non ci sono state edizioni successive, complice la crisi e un ostinato ostruzionismo della Class40. La Global Ocean Race (GOR) era di matrice britannica. Si sa, quando c’è da essere pionieri, specie nella vela, sono gli inglesi ad aprire la pista e i francesi a seguire.

In questo articolo ripercorriamo un pò la storia di tante regate che pionieri inglesi hanno lanciato, e di cui i francesi si sono appropriati. Non mettiamo in discussione che i francesi li abbiano trasformati in grandi eventi. In alcuni casi però le regate sono state trasformate, annacquate, rese più facili. L’obiettivo non è più quello dei pionieri inglesi, diventa quella della “course de masse” più che “au large”, pubblico, sponsor, soldi insomma.

Regate: Il mio secondo posto alla Global Ocean Race
Regate: Il mio secondo posto alla Global Ocean Race 2011/2012

Questo non vuole togliere nulla alla straordinaria capacità dei francesi di aver reso la vela uno sport di massa. Ma questo è vero solo in Francia, e con la continua appropriazione di ogni regata, tutto ruoterà sempre e solo intorno alla Francia. Gli inglesi hanno creato ognuna delle regate moderne ma come per il loro impero, il loro declino è arrivato anche nella vela. A parte l’America’s Cup dove i francesi sono inesistenti tutto il resto, è praticamente solo Francia Francia Francia.

Tutte le regate di cui si sono appropriati i francesi

La OSTAR – la madre di tutte le regate

Pensiamo alla OSTAR, nata nel 1960, era davvero una sfida contro l’ignoto. Francis Chichester, Blondie Hasler si sfidano (narra leggenda) per mezza corona, nomi da far gelare il sangue. Nel 1960 nessuno sapeva se si poteva attraversare l’Atlantico contro i venti e le correnti prevalenti su una piccola imbarcazione a vela. La loro prima traversata fu epica, le storia fu scritta. Cinque i concorrenti, cinque gli arrivati, Chichester vincitore. Ora andiamo avanti di 80 anni e apriamo il sito della The Transat CIC, cos’è successo?

OSTAR - I fondatori
Regate: OSTAR – I fondatori

Correva l’anno 2000 quando si tenne l’ultima versione della OSTAR con professionisti e non. Il comitato regata, lo storico Royal Western Yacht Club non riusciva più a gestire le pressioni degli astri nascenti degli Open 60 e 50. Questi avevano bisogno di un evento mediatico per dare un ritorno ai loro sponsor, televisioni, giornali, un villaggio stile francese. Il RWYC non era in grado di fare tutto questo e cedette i diritti di sfruttamento dell’immagine della OSTAR.

The  Transat 2004-2008

La OSTAR slittò per l’edizione successiva di un anno al 2005 quando Ciccio Manzoli trionfò. Era la prima edizione epurata dai professionisti che invece confluirono nella nuova The Transat. Inizialmente era organizzata da OC Sports (sempre britannica) e  seguiva il percorso originale. Salvo una piccola variazione con l’arrivo a Boston anzichè Newport. L’edizione della The Transat 2004 dimostrò solo una cosa: non era la regata a non essere all’altezza dei velisti ma proprio il contrario.

Nel 2004 Jean-Pierre Dick fece un 360 con la barca e disalberò in 50 nodi di vento. Vincent Riou PRB perse l’albero e fu costretto al ritiro. Bernard Stamm fu costretto ad abbandonare il suo IMOCA 60 Cheminée Poujoulat-Armor Lux dopo aver perso la chiglia ed essersi ribaltato.

Regate - Bernard Stamm
Regate – Bernard Stamm

Nel 2008 la classe Open 50 in declino fu rimpiazzata dalla nascente Class40 dominata da Giovanni Soldini. La sua barca era il primo vero “proto” fra barche di serie. Boris Herrmann lo seguì con appena 6 ore di ritardo pur navigando su un Akilaria RC1. Una barca di serie come quella che avevo alla GOR. Rispetto al Tyker di Verdier (la barca di Soldini) paga circa il 7-8% in performance.

Tre professionisti si ritirano di cui ricordiamo Vincent Riou. Abbandona il suo IMOCA 60 in pieno atlantico e viene tratto in salvo da un altro concorrente, Loick Peyron.

The Transat 2012

Le prime edizioni “per soli professionisti” avevano messo in luce quanto questa competizione fosse difficile. Soprattutto quanto fosse inadatta a generare un grande pubblico e seguito mediatico. Tutto fu messo in discussione rispetto alla scelta di acquisire i diritti nel 2004.

The Transat 2016

Nel 2016 Vediamo i primi cambiamenti volti a “mediatizzare” l’evento, con l’introduzione di una competizione di warmup St Malo – Plymouth. Questa forniva l’opportunità di una pre-partenza da un porto francese con più facilità per i media di acquisire immagini ed interviste. L’arrivo fu spostato a New York, per permettere ai concorrenti di far ritorno con la New York – Les Sables, altra regata francese.

Regate - Il vincitore della The Transat 2016 - Fracois Gabart - Macif
Regate – Il vincitore della The Transat 2016 – Fracois Gabart – Macif

The Transat CIC 2020

E’ nell’edizione 2020 che però arriva il vero scempio. Il percorso viene cambiato per creare una competizione più comoda per fungere da qualifica per la Vendée Globe. Infatti gli skipper francesi mettono pressioni per evitare una competizione massacrante come la vecchia OSTAR-THE TRANSAT. Molti progetti arrivano alla qualifica che non tutto è ancora stato rodato. La regata diventa un terno al lotto dove si rischia di non finire e non avere in pugno la qualifica.

Nel 2020 sotto nuovo sponsor e nuovi organizzatori francesi (Pen Duick) ecco compiersi la trasformazione. La partenza, viene spostata da Plymouth a Brest, e questo non è certo un problema. Ma annacquare la competizione e renderla appetibile anche agli Ultime l’arrivo viene spostato a Charleston South Carolina. La Home Page del sito parla ancora di una competizione contro vento e correnti prevalenti, una vergogna. Parla ancora di Chichester e Hasler, ma la regata è stata rovinata per sempre.

Regate - The Transat CIC 2020 Annullata
Regate – The Transat CIC 2020 Annullata

Francamente sono contento che sia stata cancellata per il 2020 e spero che gli organizzatori si ricredano per il 2024. Non si può mettere in campo la storia dei padri fondatori della OSTAR e poi fare una versione “omogeneizzata”. Una versione bebè, senza iceberg, senza nulla del mito originale.

La Route du Rhum

Correva l’anno 1976 quando alla OSTAR si presentarono ben 125 iscritti divisi in classi di lunghezza. Erano ancora ammessi tutti più o meno e la barca più piccola di un irlandese era di 22′. Alain Colas fece discutere col suo 236 piedi Club Mediterranée. E’ evidente non solo che la regata era un successo strepitoso ma che quel campo di prova aveva bisogno di regole. Per 16 anni quella competizione aveva rappresentato l’apice della vela offshore.

OSTAR - Club Mediterranee
OSTAR 1976 – Club Mediterranee

Per contenere gli iscritti e i problemi il comitato introdusse un limite inferiore di 30 piedi e uno superiore di 80. I francesi alla Colas subito a sbraitare che la scelta era volta a penalizzare propri loro. Dalla discussione nacque nel 1978 la prima edizione della Route du Rhum. Ma vediamo che già qui come detto sopra per la The Transat CIC il problema erano le barche e gli uomini, non la regata. E così fu che per la prima volta fu omogeneizzata, versione babè, la OSTAR. La nuova Route du Rhum, senza limite di lunghezza partiva da St. Malo ed arrivava ai Caraibi, Guadalupa.

Regate - le rotte dei vincitori della Route du Rhum
Regate – le rotte dei vincitori della Route du Rhum dal 1978

In quel caso era nata una nuova regata e perlomeno gli organizzatori non vantavano legami con la OSTAR. Anzi si distanziavano e negli anni certamente, mediaticamente la regata ha avuto un tremendo successo. Questo grazie al successo della vela francese in generale che oramai domina ogni regata d’altura del mondo.

La Mini Transat

Con l’introduzione del limite inferiore di 30 piedi alla OSTAR i francesi sbraitarono molto meno. Infatti non è che ci fossero tanti francesi che volessero farsi l’Atlantico del Nord a Maggio su un barchino. Fu infatti il britannico Bob Solomon nel 1977 a creare una nuova competizione per “barchini” sotto i 30 piedi – anzi sotto i 6.5 metri. Il percorso tuttavia dovette adeguarsi al buon senso. Perché l’Atlantico del Nord sulla rotta per Newport non è posto per barche piccole, in questo il RWYC aveva ragione.

Regate - Mini Transat - Muscadet
Regate – Mini Transat 1977 – Muscadet

La prima edizione del 1977 prevedeva un warmup da Penzance, in Cornovaglia, diretti a Tenerife. Era rivolta a barche da crociera di serie, al di sotto dei 6 metri e mezzo. Il primo tratto non era competitivo. Poi da Tenerife partiva la regata in sé per arrivare ad Antigua. Vinse una barca francese, un Muscadet di 6,50 metri. I francesi videro subito l’opportunità e dopo il pioniere Bob Solomon fecero propria la regata ora nota come Mini Transat.

Regate - Mini Transat - Mini 650 proto
Regate – Mini Transat – Mini 650 Classe Proto

La regata segue ancora la formula originale inglese, con una prima tratta da La Rochelle alle Canarie, ed una seconda dalle Canarie alla Guadalupa. La Mini Transat ha anche preservato il concetto di “barche di serie” creando due classi, Serie e Prototipi. C’è da dire che un moderno “Serie” come un Pogo 3 costa una fucilata ed è progettato in funzione della Mini Transat.

Regate - Ambrogio Beccaria
Mini 650 Serie Pogo3 – Ambrogio Beccaria

Regate: la Golden Globe Race

Qui la storia è veramente lunga quindi vi dovrò rimandare ad un altro articolo che abbiamo scritto sul tema. Nel 1960 dopo la prima OSTAR nessuno aveva ancora compiuto una circumnavigazione in solitaria. Solo Joshua Slocum lo aveva fatto nel 1895 ma in 3 anni e con moltissime tappe. Fu nel 1967 che il vincitore della OSTAR 1960 diventa il primo velista del ventesimo secolo a portare a termine l’impresa con Gipsy Moth IV. Non era una regata, e fece uno scalo in Australia.

Francis Chichester - Gipsy Moth IV
Francis Chichester – Gipsy Moth IV

L’anno successivo furono ancora una volta i britannici a lanciare la Golden Globe Race del 1968. Non racconto qui tutta la storia, Robin Knox-Johnston divenne il primo uomo a terminare una circumnavigazione in solitaria senza scalo. La regata fu però seguita da una nuvola grigia di tanti misteri.

Regate - Golden Globe Race 1968 - Robin Knox Johnston
Regate – Golden Globe Race 1968 – Robin Knox Johnston

Moitessier “per salvare sé stesso e forse anche la sua anima” dopo Capo Horn non risale l’atlantico. Proseguirà per un’altro mezzo giro fino a Tahiti, non poteva sopportare l’idea della folla che lo avrebbe accolto vincitore.

Regate - Golden Globe Race 1968 - Bernard Moitessier
Regate – Golden Globe Race 1968 – Bernard Moitessier

La tragedia di Donald Crowhurst segnò però la regata, la sua barca fu trovata abbandonata nel mar dei Sargassi. Pian piano due diari di bordo paralleli rivelarono che non si trattò di un incidente ma di un suicidio. Anche Nigel Tetley che aveva invece davvero fatto un giro del mondo in solitaria senza scalo su un multi scafo fu un brutto affare. Durante la regata, incalzato da Crowhurst (che però mentiva sulla sua posizione) spinse la barca al limite e naufragò quando già in dirittura d’arrivo. Non digerì mai la vicenda e due anni dopo si suicidò.

Regate - Golden Globe Race 1968 - Donald Crowhurst
Regate – Golden Globe Race 1968 – Donald Crowhurst

La Whitbread

Per via dei tristi episodi della Golden Globe Race nessuno si sentì di organizzare una nuova edizione. Nel 1973 sempre grazie al pionierismo britannico nasce la Whitbread che oggi conosciamo come Volvo Ocean Race. Bisognava rompere il ghiaccio della tragica Golden Globe 1968 e questa regata fece da apripista. La Whitbread a tappe ed in equipaggio ma diede al mondo l’opportunità di conoscere qualcosa in più di quei maledetti quaranta ruggenti e cinquanta urlanti.

Regate - Team Vestas finisce a scogli durante la Volvo Ocean Race
Regate – Team Vestas finisce a scogli durante la Volvo Ocean Race

La BOC Challenge

Bisogna aspettare fino al 1982 per veder nascere la BOC Challenge. Di nuovo i pionieri sono Anglo-Americani e non francesi. Dopo il disgelo progressivo avvenuto con la Whitbred non sembrò più cosa folle proporre un giro del mondo in solitaria. La BOC Challenge lo faceva in 4 tappe partendo da Charleston negli Stati Uniti. Negli anni la regata è stata conosciuta come Velux Five Oceans e poi la Around Alone alla quale partecipò anche Soldini. L’anno dell’indimenticabile salvataggio della Isabelle Autissier.

Regate: Giovanni Soldini e Isabelle Autissier
Regate: Giovanni Soldini e Isabelle Autissier

La Vendée Globe

Dopo aver atteso tutti gli anni della Whitbread e della BOC Challenge nasce finalmente la Vendée Globe. L’anno è il 1989 e va detto il merito è francese questa volta. Ma certo non si può dimenticare la Golden Globe di 21 anni prima dei britannici.

Regate - Il percorso della Vendée Globe
Regate – Il percorso della Vendée Globe

La Global Ocean Race

Con l’affermarsi della Class40, barche oceaniche che colmavano il gap fra Mini 6.50 e Imoca 60 nascono nuove opportunità. La classe Open 50 è ormai declinata e l’ultima presenza degli Open 50 l’abbiamo vista nella The Transat 2004. Nel 2008 Giovanni Soldini prende il regolamento della Class40 e lo porta al mondo delle regate. Con Telecom Italia coma abbiamo visto domina la The Transat 2008 dopo aver vinto anche la Transat Jacques Vabre in doppio nel 2007. Aveva indubbiamente una barca superiore, ma fu il suo incipit a dare il via alla trasformazione della classe.

Regate - Soldini vince la The Transat 2008
Regate – Soldini vince la The Transat 2008

Negli anni successivi Marc Lombard progettò un nuovo Akilaria, il modello RC2. A differenza di quello che avevo alla GOR non prevedeva neanche una versione crociera. Dalla nascita della Classe intorno al 2004 era solo questione di tempo che qualcuno volesse lanciare un giro del mondo per Class40. I francesi si opposero, la Class40 che pur internazionale è sotto predominio francese si oppose.

Regate - Global Ocean Race
Regate – Global Ocean Race

Josh Hall, britannico e concorrente della Vendée Globe lancio la Global Ocean Race 2008-2009, a tappe in doppio per Class40 ed Open 40. Partenza da Portimao grazie ad una sponsorizzazione portoghese e tappe a Cape Town, Wellington, Punta del Este e Charleston. Era fondamentalmente una nuova Around Alone per 40 piedi ma la Class40 temeva che eventuali disgrazie danneggiassero la nuova classe nascente

La Global Ocean Race 2011/2012

La prima edizione vide Boris Herrman vincitore sul suo Akilaria RC1 con cui aveva messo il pepe a Soldini alla The Transat 2008. A questo punto la classe si aprì e concesse che la seconda edizione si corresse per sole barche che rispettassero il regolamento Class40. Il richiamo fu enorme, ne fui vittima e pensare di poter fare l’equivalente di una Around Alone era insuperabile. Come Soldini se pur con molto meno budget e su una barca più piccola, fece scattare in me qualcosa.

Regate - Global Ocean Race - I festeggiamenti a Capo Horn
Regate – Global Ocean Race – I festeggiamenti a Capo Horn

Avevo fatto “solo” una OSTAR ma il dado era stato tratto. L’Atlantico del nord in tempesta, navigare in mezzo agli iceberg nella nebbia sono ricordi che nessuno potrà mai togliermi. La OSTAR è stata anche per me la madre di tutte le regate. Dopo la OSTAR partecipai ad un’altra bellissima regata del RWYC, la Round Britain and Ireland 2010 in doppio a tappe. La dominammo col mio co-skipper Paul Peggs fino all’ultimo promontorio.

A 5 miglia di Plymouth la sera calò il vento quando avevamo 25 di vantaggio sul secondo. Non si alzò una bava di vento fino alle 10 del mattino successivo. Nella notte fummo persino costretti a dare ancora per non indietreggiare nella corrente. Dietro i concorrenti ci raggiungevano da dietro spinti dal vento residuo al largo. Alla fine terminammo secondi per un pugno di secondi. Io ero al settimo cielo, ero passato dalla mia barca da crociera della OSTAR su una barca da regata.

Il percorso per coronare un sogno

Fatta la Round Britain and Ireland in primavera trovai nel mio datore di lavoro UniCredit un’insperato sponsor. Con i colori di UniCredit partecipai alla Route du Rhum 2010. Questo era per me il battesimo di fuoco con in campo i veri professionisti (a vincere Thomas Ruyant). Alle Azzorre ero decimo sulla mia barca che oramai era definita di prima generazione. Rimasi troppo vicino all’alta pressione delle Azzorre e le previsioni mi illusero che l’alta fosse in allontanamento.

Fui invece raggiunto dalla calma piatta e persi un giorno intero di navigazione, da decimo in un giorno passai a 25esimo su 45. Non recuperai mai quelle miglia e conclusi in 27esima posizione. Dietro di me, per una manciata di minuti Conrad Colman che avrei trovato alla partenza della Global Ocean Race. La vinse su un Akilaria RC2, l’evoluzione della mia barca.

Regate - Global Ocean Race 2011-2012
Regate – Global Ocean Race 2011/2012

Nel 2011 eravamo 18 team iscritti per la Global Ocean Race, un successo visti i tempi di crisi. Man mano che si avvicinava la data della partenza però furono in molti a comunicare il ritiro. Gli sponsor avevano ritirato le sponsorizzazioni e ci ritrovammo in 6. Io avevo attraversato il Rubicone già a luglio licenziandomi da UniCredit che non mi aveva concesso un’aspettativa. Conclusi la Global Ocean Race in seconda posizione dietro a Conrad Colman. Mi guadagnai il titolo di Velista dell’anno e una medaglia al merito della Presidenza del Senato della Repubblica Italiana.

La crisi e lo zampino francese

Se la Global Ocean Race era stato un indiscusso successo la Classe si mise di traverso. Mandò a tutti i concorrenti un questionario volto a screditare l’organizzazione. Era mascherato da questionario per trovare soluzioni migliorative ma l’unico risultato fu decretare la fine della Global Ocean Race. La classe infatti ritirò l’autorizzazione ad una nuova edizione sostenendo che era troppo pericolosa quando a conti fatti ci fu solo un disalberamento.

Regate - Global Ocean Race - Tempesta prima di capo Horn
Regate – Global Ocean Race – Tempesta prima di capo Horn

Tuttavia due team di professionisti entrarono in polemica con l’organizzazione durante la terza tappa. Una depressione spinse gli organizzatori a spostare un cancello di passaggio obbligato per tenerci fuori dai ghiacci per farci evitare il peggio della tempesta. Questo diventò un pretesto per i due team per fare combutta e ritirarsi e discreditare l’organizzazione. Per una scelta che era stata fatta nell’interesse della sicurezza dei partecipanti. Non faccio nomi ma credo si debbano vergognare, lo spostamento del cancello li penalizzava leggermente, il loro era puro egoismo.

Uno dei due team non era inglese ma neozelandese, classe Volvo Ocean Race. Non fu la loro voce a creare problemi, tuttavia la classe decise una volta per tutte che il modello Around Alone era troppo rischioso. Pur avendo autorizzato la 2011/2012 tornarono sui loro passi e decisero che non si doveva più correre. Questo nonostante l’unico incidente in tutta la regata fu un banale disalberamento. Una barca poco dopo la partenza da Cape Town senza conseguenze o salvataggi. La pericolosità era un pretesto per preservare gli interessi del circuito Class40.

Regate: Con la Globe 40 la storia si ripete

Passati 10 anni di silenzio sull’ipotesi di un’altro giro del mondo in Class40. Chissà come, spunta una regata francese, la Globe 40. La storia si ripete, dopo due edizioni della Global Ocean Race la regata viene snaturata. Il nuovo percorso la ridicolizza, la omogenizza formato bebè e se ne appropria. Come per la Route du Rhum, come per la The Transat CIC. Il nuovo percorso prevede una tappa a Papeete e una alle Mauritius. Ci vorrebbero tutti e i 92 minuti di applausi di Fantozzi per dire che è una cagata pazzesca.

Regate - Percorso della Globe 40 organizzata dai francesi
Regate – Percorso della Globe 40 organizzata dai francesi

Va bene sognare, va bene creare un evento dove c’è un evidente buco nel panorama delle regate, ma non così. Due anni fa è rinata la Golden Globe su barche tradizionali come riedizione storica della prima regata, ed è stata un successo. La Global Ocean Race portava su Class40 il modello BOC Challenge/Around alone e lo ha fatto dimostrando in due edizioni che era possibile. Perché ora creare questo scempio.

I passaggi critici come Capo Buona Speranza e Capo Horn rimangono. Ma, le nuove tappe spingono molta della navigazione più a nord. Meteorologicamente parlando è un assurdità senza senso. Uscendo dai quaranta ruggenti invece delle portanti, si troveranno venti leggeri e tanta bolina. Eppure gli organizzatori non sono niente meno che quelli della Transat Jacques Vabre che una cosa o due dovrebbero saperla. Ma gli interessi economici e mediatici hanno prevalso sul buonsenso e non possiamo che assistere con tristezza a quest’altro omogeneizzato. Insomma, se vuoi fare un giro del mondo e passare dal Papeete qualcosa non torna.

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